Ghost of Tsushima : Director's Cut – Recensione

PS4 PS5

Il contenuto che attirerà come falene verso la luce i vecchi samurai è sicuramente l’isola di Iki

Qui incontrerà suo malgrado l’Aquila, una donna che oppone alla forza di Khotun Khan le arti esoteriche e la superstizione per forgiare una setta di sciamani e piegare il resto della popolazione somministrando mortali veleni. Jin sarà costretto a vedersela in prima persona con simili intrugli, uno sgradito incontro che infesterà i suoi pensieri facendo perno su un atavico senso di colpa: Iki è infatti l’isola messa a ferro e fuoco anni prima dal suo stesso padre, un uomo che guadagnò con le sue azioni il soprannome di Macellaio presso una popolazione locale da troppo tempo incapace di riorganizzarsi, attraversando interminabili tumulti iniziati con l’incursione dei samurai e portati avanti dagli esecrabili atti di violenza a cui l’Aquila dovrà rispondere nel corso della storia.

Ghost of Tsushima Director's Cut Recensione

Che inarrivabile bellezza. Anche meglio grazie a PlayStation 5.

Le missioni principali che condurranno al duello finale sono pochissime e non vi impiegheranno per più di tre ore

Principalmente, Iki è la terra dove Lord Kazumasa morì sotto gli occhi del figlio Jin, allora giovanissimo e inesperto; un simile senso di colpa verrà ingigantito dagli effetti del veleno che sussurreranno nella mente del giovane Sakai le melliflue parole dell’Aquila, alterando percezioni e generando inopportune allucinazioni. Mettiamo però le mani avanti: l’avventura alle prese con questo nuovo avversario è piuttosto breve, e le missioni principali che condurranno al duello finale sono pochissime e non vi impiegheranno per più di tre ore, a patto di seguire la trama senza troppe distrazioni. L’isola del resto non è particolarmente estesa, e per visitare tutti i punti di interesse saranno sufficienti un paio di ore in più all’incirca, ovviamente a seconda della vostra bravura.

MI PORTI UN SOUVENIR?

Non aspettatevi dunque un contenuto tale da impegnarvi a lungo termine, piuttosto un bonus per tutti i fan dell’avventura originale dove racimolare esclusivi souvenir. Tra questi spiccano nuovi amuleti, di cui uno legato al tiro con l’arco che verrà migliorato vincendo prove di tiro nei poligoni sparsi per l’isola. O un paio di oggetti leggendari, uno degli aspetti personalmente più affascinanti del gioco base; il più interessante (e per certi versi anche un filo “rotto”) riguarda un’armatura che disabilità la parata normale a favore di quella perfetta, premiando i virtuosi del tempismo con delle combinazioni di risposta con cui demolire gli avversari.

Ghost of Tsushima Director's Cut Recensione

Più di una semplice sfilza di duelli, il torneo è una sorta di rompicapo dove va scelta la tecnica giusta a seconda dell’avversario.

Proprio quel che ci vuole per affrontare un paio di nuove tipologie di avversario, tra cui i massicci ufficiali in grado di alternare al volo l’equipaggiamento, costringendo Jin a modificare dinamicamente gli stili marziali per adattarsi al mutevole ritmo della lotta. A questi si uniscono gli sciamani, ovvero truppe che hanno abbracciato gli insegnamenti dell’Aquila e ora infervorano i cuori dei loro commilitoni intonando sinistre litanie. Fastidiosi e anche un filo stonati, vanno ovviamente fatti fuori immediatamente per ristabilire gli equilibri della battaglia.

In conclusione segnaliamo la possibilità di aggiornare il gioco base alla Director’s Cut, riscattando un biglietto di classe turistica per l’isola di Iki al modico prezzo di circa 20 euro. Si tratta di un’alternativa sicuramente contenuta di fronte al prezzo salato che il pacchetto completo esige altrimenti su PlayStation 5, una prospettiva che rischierebbe altrimenti di scoraggiare tutti coloro che hanno già versato sangue e sudore in abbondanza nell’epopea di Jin, al netto di un gioco dotato di una qualità complessiva – rimarchiamolo pure – sicuramente eccellente.

In Breve: A distanza di un anno Ghost of Tsushima resta un gran gioco, e questa Director’s Cut si qualifica come la versione definitiva, specialmente se possedete una PlayStation 5. Si tratta di una splendida esperienza, dedicata principalmente ai neofiti: le migliorie sono assai gradite, ma difficilmente rappresenteranno un motivo per invogliare i veterani della versione originale a vestire nuovamente i panni di Jin, specialmente considerato l’alto prezzo e la scarsa longevità degli eventi ambientati tra le spiagge della nuova isola.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: La direzione artistica fuori parametro del gioco originale è sempre qui, potenziata dai muscoli di PlayStation 5. I sessanta fotogrammi al secondo sono un toccasana per l’anima.

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Pro

  • Presentazione audiovisiva sempre impeccabile, ora meglio che mai / Feedback aptico ben implementato / Una nuova regione da esplorare, con una avventura inedita...

Contro

  • … entrambe purtroppo di breve durata / le meccaniche sono le medesime, e non convinceranno i detrattori dell'originale.
8.8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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