Anche adesso, dopo aver visto scorrere i titoli di coda per la seconda volta in due giorni, mi chiedo come sarebbe stato se Deck Nine non avesse svelato la morte di Gabe già dal reveal trailer di Life is Strange: True Colors. Che reazione avrei avuto? Come avrei vissuto il resto dei capitoli? Poi ripenso all’attimo in cui Alex è scesa dall’autobus e lo ha rivisto dopo otto lunghi anni, e ai successivi momenti di quiete e intimità prima della tempesta e capisco che in fondo, la loro sia stata la scelta migliore.
Sviluppatore / Publisher: Deck Nine / Square Enix Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Google Stadia
La parte del soggiorno a Haven Springs che più ho apprezzato è la possibilità di concedermi dei momenti per me. È bastato sedermi al sole sul molo, accomodarmi nella terrazza dell’appartamento sopra il Black Lantern o godermi il calore del falò acceso durante i festeggiamenti dello Spring Festival per mettere “in pausa” il resto del mondo – vero e virtuale – cullata dalle note di una perfetta colonna sonora in pieno stile Life is Strange e da una brezza montana che sembra quasi di sentire sulla pelle per davvero, anche dall’angolino del divano sul quale sono sprofondata per giocare.
Il paesaggio sullo schermo è incantevole, una cornice di monti, boschi rigogliosi e cervi che si abbeverano sulle rive dei freschi torrenti, eppure non basta che un luogo sia incantevole alla vista per essere considerato casa. È una regola che vale un po’ per tutti, ma è particolarmente vera per Alex Chen, che in 21 anni ne ha viste tante, troppe, e che oggi vuole solo racimolare abbastanza forza da rimettersi in piedi e cominciare a vivere nonostante un passato burrascoso e un dono – o maledizione – che ha tenuto segreto troppo a lungo.
THE ONLY PROMISE IS THE ADVENTURE
Purtroppo per lei, il destino ha in serbo un’ultima terribile prova. Gabe, il fratello ritrovato dopo anni passati in orfanotrofio e che l’ha accolta in quella idilliaca cittadina del Colorado, viene a mancare improvvisamente e il mondo di nuovo a sgretolarsi. Come fare a trovare la forza di rialzarsi per l’ennesima volta, dopo essere stata messa in ginocchio per così tante volte? E se il segreto fosse accettare finalmente la propria natura e provare a fidarsi di chi le sta intorno e le tende a sua volta una mano?
Il desiderio di aiutare tutti in quel di Haven Springs è germogliato in fretta, non appena presa dimestichezza con il potere empatico di Alex. Ritrovarsi in luoghi affollati o camminare per strada mi ha spinta quasi immediatamente a una attenta ricerca di cittadini dallo stato d’animo talmente intenso da emettere un’aura visivamente percepibile agli occhi della nostra protagonista. Che fossero personaggi di rilievo o semplici comparse, non importava: trovare il modo di lenire la loro tristezza, placare le loro paure e sedare la loro rabbia è diventato presto un traino tanto forte quanto la volontà di scoprire la verità sulla morte di Gabe, e molto presto mi sono resa conto come la vera potenza di Life is Strange: True Colors stesse proprio lì.
Continua nella prossima pagina…
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