Sulla scena VR non mancano certo gli sparatutto, per cui ogni titolo di questo genere che esce deve vedersela con un numero sempre maggiore di contendenti. Vediamo se MOTHERGUNSHIP: FORGE ha quello che ci vuole per emergere dalla massa.
Sviluppatore / Publisher:Terrible Posture Games / Terrible Posture Games Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 7 Disponibile Su: PC (Steam VR), Meta Quest 2 Data di Lancio: Già disponibile
A qualcuno di voi questo “Mothergunship” potrebbe far suonare qualche campanello. Non state ammattendo cari miei, perché il gioco che abbiamo di fronte ora è la recente conversione per Meta Quest 2 di un’opera di ben quattro anni fa.
Gli sviluppatori di Terrible Posture Games si sono presi il tempo che hanno considerato opportuno per questa conversione che ha richiesto più di qualche aggiustamento. Ci hanno messo comunque troppo? Be’, dai, ricordatevi che c’è stata anche una pandemia di mezzo.
CON O SENZA FORGE, RIMANE MOTHERGUNSHIP
Lo sparatutto del 2018 era uno scacciapensieri, frenetico e caciarone il giusto, che tendeva a riempire i nostri monitor di proiettili e missili fino a rasentare il bullet hell. Una conversione pari pari alla realtà virtuale, insomma, sarebbe dovuta arrivare accompagnata da una confezione famiglia di Plasil, perché il motion sickness sarebbe stato ineluttabile anche per chi ormai vive con il visore in testa come il nostro Mario redazionale. Cambia anche la struttura di base: ci muoviamo di stanza in stanza, ciascuna delle quali è una mini arena in cui veniamo assaliti da una quantità di nemici che fin da subito tende ad essere piuttosto abbondante. La nostra posizione è del tutto fissa, senza possibilità di usare i controller per spostarci, come già visto in parecchi altri titoli, tra i quali, giusto per citarne uno, l’ottimo e adrenalinico Space Pirate Trainer.
Questa scelta, appunto piuttosto comune nel mondo VR, obbliga il giocatore a non fare affidamento ai controller come è abituato a fare di solito, ma lo costringe a sfruttare le caratteristiche chiave dei sensori di movimento della maggior parte dei visori. In questo modo, schivare i proiettili nemici diventa un vero e proprio esercizio fisico che richiede un continuo movimento con frequenti piegamenti e scarti per destreggiarsi anche nelle situazioni più critiche. La struttura di gioco di MOTHERGUNSHIP: FORGE ricorda per certi versi Hades, vuoi per la natura roguelite, vuoi per la concatenazione delle stanze che affrontiamo: di volta in volta abbiamo la scelta tra un paio di loro, e sappiamo a priori se ci fionderemo in un livello che ci fornirà soldi (da spendere durante la run), minerali (che non vengono persi ad ogni morte), o magari pezzi aggiuntivi delle armi. E qui veniamo al cuore pulsante del gioco. Le armi.
LA FORGIA SENZA FINE DELLE ARMI
Le armi di MOTHERGUNSHIP costituiscono la fondamentale componente di differenziazione di questo gioco rispetto alla competizione, già a partire dalla sua versione di qualche anno fa. Su entrambe le braccia possiamo montare dei connettori a più ingressi, e su questi ci si sbizzarrisce a innestare un po’ la qualunque, tra armi e modificatori speciali. Certo, stiamo sempre parlando di un roguelite, quindi la scelta si limita in una certa misura agli sghiribizzi del caso, però anche con questa restrizione le opzioni permettono di dare una chiara sterzata alla nostra run verso il gunstyle che più ci aggrada. Una volta sono partito con un railgun: la partita più veloce della storia delle partite veloci di MOTHERGUNSHIP: FORGE. Via via che maciniamo livelli, acquisiremo anche i già citati modificatori, che possono, per esempio, attivare il danno elementale; inoltre alcune stanze sono dedicate all’upgrade dei nostri componenti, con graziosi effetti come l’aumento della frequenza di tiro o della probabilità di effettuare danno critico.
La combinazione di questi elementi rende una partita a MOTHERGUNSHIP: FORGE una piacevole pausa in cui staccare il cervello e accendere le articolazioni, perché la quantità di nemici e missili da cui guardarsi vi terrà costantemente in movimento, con la complicazione aggiuntiva che le minacce arrivano da un raggio così ampio che dovrete continuamente guardarvi a destra e sinistra. Se il ritmo è uno dei punti forti del titolo targato Terrible Posture Games, bisogna però riconoscere anche qualche peccato di contenuto, il primo dei quali risiede nella migliorabile varietà di avversari e ambienti. Dopo poche partite le sorprese infatti finiscono e dovete ringraziare l’intensità dell’azione se non ve ne renderete conto più di tanto.
MOSTRANO QUALCHE PECCA LA VARIETà DEI NEMICI E GLI SCONTRI CON I BOSS
In Breve: Non è semplice approcciarsi al mercato degli sparatutto in VR, ma MOTHERGUNSHIP: FORGE lo fa con stile e personalità. Punta tutto sulle armi e sulle combinazioni che noi giocatori possiamo spingerci a ideare e comporre. In questo aspetto riesce alla grande, e usare al meglio le nostre ideazioni è necessario per sopravvivere alle abbondanti ondate di nemici che, seppur piuttosto ripetitive, ci tengono impegnati anche dal punto di vista fisico. Le boss fight avrebbero potuto rappresentare una ciliegina sulla torta, ma già così MOTHERGUNSHIP: FORGE riesce a distinguersi dalla vasta massa di concorrenti.
Piattaforma di Prova: Meta Quest 2
Com’è, Come Gira: Su Quest 2 tutto è filato come previsto, senza rallentamenti di sorta anche nelle situazioni più concitate in cui i missili a schermo si contavano a decine. Anche i tempi di caricamento sono ridotti.