Replikator – Recensione

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Replikator parla di una stazione spaziale infestata da mostri e robot killer, un’IA fuori controllo che minaccia l’intera umanità e un manipolo di eroi deputato a risolvere tutto questo casino a suon di proiettili. Dove le abbiamo già sentite queste?

Sviluppatore / Publisher: R_Games / Meridian4 Prezzo: € 9,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, GOG) PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data di uscita: Già disponibile

Se vi chiedessimo qual è secondo voi il genere più gettonato tra gli sviluppatori Indie, cosa rispondereste? Probabilmente la maggior parte risponderebbe “action/platform/shooter con elementi roguelike/lite” e avrebbe ragione.

E se vi chiedessimo qual è tra tutti il tema più usato (e spesso abusato) in questo genere di giochi? Se state pensando “sci-fi” ci avete tolto i pensieri di bocca.

REPLIKATOR, L’ATTACCO DEI CLONI

Replikator appartiene proprio a queste due categorie, è un twin stick action-shooter con spiccata componente roguelite. Il gioco si svolge in un complesso di ricerca abbandonato nel quale un’IA super intelligente ha preso il controllo di tutto e minaccia l’esistenza stessa del genere umano. Le speranze di salvezza risiedono nelle nerborute braccia di un gruppo di mercenari che deve capire cosa diavolo è successo e perché non c’è più traccia di esseri umani. Se state pensando ad Aliens, Moon e almeno altri cinque thriller/horror ambientati nello spazio avete azzeccato ancora una volta, ma non fate l’errore di giudicare Replikator troppo presto perché, al di là della sua quasi totale mancanza di originalità, il titolo sviluppato da R-Games non ci è dispiaciuto affatto.

non fate l’errore di giudicare Replikator troppo presto: al di là della sua quasi totale mancanza di originalità, il titolo sviluppato da R-Games è apprezzabile

Dietro al nome R-Games si nasconde l’ennesimo “one-man-studio”, un’unica persona che cura ogni singolo aspetto del gioco, dal design preliminare alla colonna sonora. Spesso in passato abbiamo faticato a credere che titoli di proporzioni mastodontiche (Stardew Valley), di folgorante giocabilità (Axiom Verge) od originalità (Minecraft, Braid) fossero stati creati da un solo sviluppatore. Qui non siamo a quei livelli, ma comunque Replikator si è lasciato giocare più che piacevolmente e spesso ha messo a dura prova abilità e nervi.

FOUR MEN (AND WOMEN) ARMY

Rispetto ai tanti giochi simili in circolazione, Replikator permette fin dall’inizio di scegliere il protagonista tra un gruppetto di personaggi che traggono ispirazione da numerose fonti cinematografiche. Abbiamo gli stereotipi classici come il mercenario di poche parole e tanti proiettili o la donzella cazzuta in stile Vazquez (“io ho bisogno di sapere una sola cosa: donde està!”) e non manca neanche il simil-procione lontano parente di Rocket dei Guardiani della Galassia.

Replikator

Ogni volta che ripartirete, pardon… che un vostro clone ripartirà, potrete aggiornare il vostro equipaggiamento e/o cambiare personaggio.

Estetica a parte ognuno differisce dai colleghi per le statistiche di partenza, le armi “preferite” e un paio di abilità speciali. Alla prova sul campo sono proprio queste ultime a fare un po’ di differenza, anche perché di armi da maneggiare in Replikator ne troverete quante ne volete. In questo il gioco ci ha ricordato un po’ Borderlands visto che le bocche da fuoco in cui vi imbatterete hanno forme basate su una mezza dozzina di archetipi ma caratteristiche che vengono create proceduralmente di volta in volta. Proceduralmente vengono realizzati anche i livelli, che cambiano quindi ogni volta che il vostro eroe di turno passa a miglior vita.

Le caratteristiche delle armi vengono generate proceduralmente, proprio come i livelli di gioco

A quel punto vi “risveglierete” nella stazione di clonazione (da qui il nome del gioco) e potrete scegliere se cambiare personaggio, armi, accessori e impianti… a patto che ne abbiate recuperato i progetti nelle run precedenti. Di volta in volta il gioco vi metterà di fronte a nemici sempre diversi e più o meno numerosi, posizionati ovviamente in posti strategici, ma anche a trappole a cui dovrete stare parecchio attenti: taniche che esplodono al minimo contatto, pavimenti elettrificati, presse idrauliche e molto altro ancora renderanno sempre più difficile la vostra missione e, ovviamente, anche gli scontri.

STAY A WHILE, STAY FOREVER

Il sistema di controllo è il classico dei classici: con uno stick si gestisce il movimento del personaggio e con l’altro si mira, mentre tasti frontali e dorsali sono preposti all’utilizzo delle armi, al cambio di pistola/fucile tra i due disponibili al momento, all’uso dei poteri speciali e anche al Repulsore. Quest’ultimo rappresenta la risorsa finale, l’ultima speranza di vita a vostra disposizione quando rimarrete a corto di proiettili. Permette di colpire i nemici provocandogli danni modesti e allontanandoli temporaneamente da voi, ma potrete usarlo anche per distruggere elementi degli scenari che probabilmente nascondono preziose risorse.

I progetti recuperati durante le run precedenti saranno disponibili per la creazione di nuove armi ma anche di impianti che forniscono poteri.

Il gioco possiede tre livelli di difficoltà anche se vi sconsigliamo quello più semplice perché lo snaturerebbe. Una delle cose che abbiamo apprezzato di più in Replikator è proprio il fatto che sia difficile ma che subdolamente, specie all’inizio, ti fa credere di non esserlo. Va bene così perché la sensazione di progressione che si ricava dalla formula morte-resurrezione-potenziamento è palpabile. Ogni volta ci si sente un po’ più forti e corazzati e le esperienze (negative) fatte in precedenza fanno sì che i tentativi successivi diventino meno scriteriati. Purtroppo per voi anche i nemici si evolveranno e ne verranno introdotti di nuovi ogni volta che farete progressi sostanziali.

Replikator non è un prodigio tecnico, ma è giusto ribadire che è sviluppato da una sola persona

Sotto il profilo tecnico Replikator non è un prodigio ma vi ricordiamo ancora una volta che dietro a questo progetto c’è una sola persona. La pixel-art è tutto sommata discreta e le animazioni sebbene un po’ legnose si attestano su una piena sufficienza. Ad alzare il livello della produzione contribuisce però il comparto audio, con ottimi effetti sonori e una colonna sonora eccellente, capace di pompare adrenalina nelle vostre vene anche e soprattutto quando siete ad un passo dalla morte. Come dicevamo all’inizio, ci siamo divertiti in compagnia di Replikator e se riuscirete a chiudere un occhio su alcune sue asperità (soprattutto estetiche) possiamo assicurarvi che lo farete anche voi.

In Breve: Ennesimo twin stick action-shooter roguelite con visuale dall’alto a tema sci-fi, un genere apprezzato da una grossa fetta di appassionati che in Replikator troverà tutto quello che ha amato in decine di giochi simili. L’originalità non è il suo forte ma la varietà non manca e tre livelli di difficoltà lo rendono adatto ad un pubblico molto ampio. Il divertimento è assicurato a patto di riuscire a chiudere un occhio su un comparto estetico non proprio esaltante (ma la soundtrack merita applausi).

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Un disastro: rallentamenti che neanche Crysis su un 486, pesantissimi fenomeni di pop-up, glitch a vagonate e chi più ne ha più ne metta. Scherziamo ovviamente, ma vi pare che un gioco del genere possa mettere in difficoltà PS5? Girerebbe tranquillamente anche su un Dolce Forno Harbert.

 

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Pro

  • Un action shooter roguelite vario, brutale e divertente... / La colonna sonora è una bombetta!

Contro

  • ... ma l'originalità non è esattamente il suo forte / Esteticamente si attesta su una stiracchiata sufficienza
7.4

Buono

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