Un po’ a sorpresa, DigixArt ci riporta nell’universo narrativo di Road 96 con un prequel, Road 96: Mile 0, che si concentra sul passato di Zoe.
Sviluppatore / Publisher: DigixArt Entertainment / Ravenscourt Games Prezzo: € 12,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store, GOG), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch
Di tutti i posti che ho visitato nella mia lunga vita di videogiocatore, uno degli ultimi in cui mi sarei aspettato di tornare è Petria, il fantomatico stato totalitario in cui è ambientato quel Road 96 di cui vi parlai in questa recensione. Le vie del videogioco però, si sa, sono misteriose e infinite, tanto più quando c’è di mezzo un’acquisizione.
Nel mentre, infatti, la piccola DigixArt è stata acquisita da Koch Media e, nel frattempo, Road 96 si è fatto notare diventando una piccola indie hit: due elementi che, con ogni probabilità, hanno convinto gli sviluppatori a tornare in un’ambientazione sicuramente a loro cara con Road 96: Mile 0.
ROAD 96: MILE 0 – DOVE ERAVAMO RIMASTI?
Trattandosi di un prequel, Road 96: Mile 0 nasce narrativamente condizionato: il suo finale non può che andare nella direzione che condurrà agli eventi già vissuti in Road 96. L’universo narrativo in cui avevamo affondato i denti nel precedente capitolo tuttavia offriva abbastanza spunti e lasciava abbastanza dettagli sullo sfondo da offrire un discreto spazio di manovra. Com’è arrivata Petria a essere uno stato così ostile per i ragazzini? Quali sono le vere responsabilità delle Brigate Nere?
DIGIXART CI RIPORTA A PRIMA DEGLI EVENTI DI ROAD 96, METTENDOCI ANCORA UNA VOLTA NEI PANNI DI ZOE, Uno DEI PERSONAGGI PIÙ CARISMATICI DEL PRECEDENTE CAPITOLO
Senza sorprese, la componente principale è ancora quella narrativa, orchestrata come una via di mezza tra il walking simulator e l’avventura grafica alla Telltale. Nei panni di Zoe o Kaito, al giocatore è richiesto di esplorare l’ambiente in cui si trova, osservare ciò che lo circonda e dialogare con gli altri personaggi. Il peso di queste conversazioni varia a seconda delle situazioni, ma in quelle più delicate le risposte scelte incidono sulla visione politica di Zoe e Kaito, modificando l’atteggiamento della prima, in bilico tra il rimanere e il lasciare la propria nazione. Laddove però Road 96 inseriva in queste fasi rapidi accenni ad altre meccaniche, Mile 0 prende invece una direzione alquanto imprevedibile.
MUSICA PER PENSARE
O forse non del tutto imponderabile se conoscete Lost in Harmony, gioco del 2018 di DigixArt che contaminava i rhythm game con i runner infiniti tanto in voga su cellulare all’epoca e che, in qualche modo, trova un erede spirituale in Mile 0. Interrompendo il flusso della narrazione, infatti, Zoe e Kaito si trovano di tanto in tanto catapultati all’interno dei loro pensieri, i quali prendono la forma di un lungo percorso costellato di ostacoli (e preoccupazioni) da evitare.
CHI SI ASPETTEREBBE UN GIOCO MUSICALE SU BINARI DENTRO UN’AVVENTURA NARRATIVA COME ROAD 96?
Certamente ci troviamo di fronte a un azzardo: chi si aspetterebbe un gioco musicale su binari dentro un’avventura narrativa come Road 96? Eppure, nonostante ciò o forse proprio per questo motivo, le sessioni musicali funzionano, merito anche dell’immaginazione dei designer che le hanno rese visivamente interessanti e musicalmente ispirate. Proprio la musica gioca un ruolo di primo piano, scandendo il ritmo e accompagnando i movimenti di giocatore e personaggi. In questo senso, è curioso notare che fa il suo ritorno “Bella ciao”, già presente in Road 96, questa volta in una versione ri-arrangiata per la tromba: una scelta perfettamente intonata in un’opera che parla (anche) di rivolta alla dittatura, ma forse più prosaicamente condizionata dal successo internazionale dell’inno partigiano, amplificato dall’uso nella serie TV “La casa di carta”.
UN FINALE OBBLIGATO
Il limite principale di Road 96: Mile 0 è intrinseco alla sua natura di prequel: dove finirà la traiettoria di Zoe già lo sappiamo, dunque si fatica a percepire come realmente impattante la libertà decisionale che ci viene lasciata durante le fasi narrative. È inevitabile, certo, ma al contempo è anche un peccato, perché l’imprevedibilità di Road 96 (supportata dalla generazione procedurale del percorso che rendeva ogni avventura diversa) era senza dubbio uno dei suoi punti di forza.
Senza l’incertezza Mile 0 rimane un gioco indubbiamente piacevole, che dura il giusto senza tirarla troppo per le lunghe, ma destinato a interessare davvero solo chi è ha già familiarità con il suo universo narrativo e non vede l’ora di tornarci. Per altro, il titolo di DigixArt non fa nulla per nascondere quale sia il suo target, sottolineando ogni incontro con le facce già note di Petria.
Essendo un prequel, si fatica a percepire come realmente impattante la libertà decisionale che ci viene lasciata durante le fasi narrative
In Breve: Com’è ovvio che sia, Road 96: Mile 0 si rivolge a chi ha giocato e apprezzato il precedente capitolo. Invece di riprendere in toto la formula, però, Mile 0 introduce una variazione sotto forma di sezioni musicali, apertamente ispirate a Lost in Harmony, vecchio titolo di DigixArt. Il connubio funziona, in particolare se si è già al corrente della storia di Petria, trasmettendo ansie e preoccupazioni degli adolescenti protagonisti. Da un punto di vista tecnico il gioco risulta un po’ arretrato, ma lo si può accettare da quella che di fatto è una piccola produzione.
Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Su Xbox Series, Road 96: Mile 0 non ha mostrato alcun problema di sorta. Certo il conto poligonale è piuttosto ridotto, quindi non ci aspettavamo nulla di diverso. Nessun bug rilevato.