Da un piccolo team italiano arriva un’avventura grafica che si ispira a Broken Sword con uno stile molto peculiare, che inquieta e diverte allo stesso tempo.
Sviluppatore / Publisher: Daring Touch / Madit Entertainment Prezzo: 16,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam)
“Mi spiace deludervi, ma la notizia della mia morte è grossolanamente esagerata”: così Mark Twain commentava le poco rassicuranti voci che circolavano sul suo conto sul finire del 1800, e lo stesso potrebbero dire oggi con altrettanta arguzia le avventure grafiche. Date per spacciate e sul punto di tirare le cuoia dal almeno tre decenni, questi esemplari sull’orlo dell’estinzione si sono invece rivelati negli anni arzilli e spericolati, capaci di mutare forma o di ritornare alle origini senza perdere un grammo del vecchio smalto, come dimostrano gli ottimi The Procession to Calvary e VirtuaVerse, recensiti di recente.
Quindi sì, la notizia della morte delle avventure grafiche oggi è grossolanamente esagerata, ma ora che scrivo da questa parte della barricata mi rendo conto che forse le campane a morto sono sempre state solo un ottimo artificio retorico con cui imbastire un comodo paragrafo introduttivo. Come dite? Vedete quello che sto pensando? Ok, è arrivato il momento di parlare di The Hand of Glory.
IL MIO NOME È LAZARUS, LAZARUS BUNDY
Non deve essere facile la vita del detective a Miami: sole, mare, belle donne e un sacco di psicopatici a piede libero. Ne sa qualcosa Lazarus Bundy, per gli amici, Lars, la cui carriera è stata spazzata via da una serie di passi falsi che hanno mandato all’aria indagini lunghe e faticose.
Per qualche strana ragione però, o forse proprio per questo motivo, è su di lui che l’ultimo serial killer a tormentare la città, Blowtorch, ha concentrato la sua attenzione. Da tempo Lars è destinatario di missive che anticipano le mosse di Blowtorch, una sorta di macabra sfida intellettuale a cui il nostro detective in disgrazia non può sottrarsi.
Lazarus, il detective protagonista, è intrappolato in una sorta di sfida intellettuale con un serial killer
Quello che non immaginate invece è il successivo tassello del puzzle, la sparizione Kathrin Mulzberg, giovane rampolla di una delle famiglie più influenti della città: un evento troppo strano per non essere collegato alla fuga di Blowtorch.
TRA IL SERIO E IL FACETO
Questa trama cupa e seriosa, tuttavia, rischia di ingannare sulle atmosfere che si respirano per buona parte delle ore di gioco. Chiaramente ispirata alla saga di Broken Sword, in realtà The Hand of Glory sfoggia un’abbondante dose di umorismo, a volte persino fuori luogo, e location assolate che spaziano dalla Florida a Borgo San Leo, cittadina romagnola che tradisce l’origine italiana dei suoi creatori.
Questo effetto stridente costantemente in bilico tra la tragedia da cronaca nera e l’idiozia di Guybrush Threepwood è croce e delizia, di sicuro straniante almeno le prime volte che lo si nota, ma anche parte integrante e fondante dello spirito del gioco, al punto da aver caratterizzato tutto sommato piacevolmente le mie ore passate nell’universo narrativo di The Hand of Glory, benché come già accennato non manchino alcune cadute di stile davvero non necessarie.
Continua nella prossima pagina…
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