A DISPETTO DELLO STRAPOTERE DI UTHER E JAINA, NELLA LOCANDA POSSIAMO INCONTRARE ANCHE archetipi intriganti come il Ping Mage, il Celestial Druid o il Deathrattle Demon Hunter
Forgiati nelle Savane possiede alcune buone idee e degli spunti interessanti, a livello di coerenza ci siamo perché ogni elemento è contestualmente azzeccato se si pensa alle Savane warcraftiane, c’è del potenziale inespresso anche in ottica futura (come le Scuole di Magia, la divisione degli incantesimi per tipologia che idealmente aumenta la componente strategica del gameplay, oppure i Mercenari e le loro storie da scoprire), ma è anche un’espansione timida nel proporre due meccaniche come Frenesia e le Magie Graduate di cui tutto si può dire tranne che abbiano avuto un grande impatto sul gioco.
LE DUE NUOVE MECCANICHE INTRODOTTE NON SEMBRANO AVERE LA FORZA DI SPOSTARE GLI EQUILIBRI
È probabile che la prudenza di Forgiati nelle Savane sia dovuta al fatto che aggiungere keyword più rischiose avrebbe potuto destabilizzare ulteriormente i giocatori, rendendo ancora più complicata l’assimilazione dei numerosi cambiamenti strutturali che hanno investito Hearthstone. Sì perché se da una parte c’è un’espansione funzionale ma non scoppiettante in termini di contenuti, dall’altro non bisogna dimenticare che la rivoluzione ha comunque travolto un gioco le cui fondamenta erano le medesime dal 2014. In questo senso la scelta del Team 5 è logica, ma sia quel che sia ora la priorità è un’altra: urge un intervento per dare la possibilità anche alle altre novità di entrare in scena e mostrare cosa sono in grado di fare, ammesso che abbiano la capacità di reggere il peso dei riflettori. Purtroppo al momento un paio di gaglioffi dopati stanno monopolizzando il palcoscenico, perciò più delle chiacchiere c’è bisogno di fatti concreti per evitare l’emorragia di entusiasmo post lancio.
In breve: In controtendenza rispetto a quanto eravamo abituati, Forgiati nelle Savane non punta a stupire con effetti speciali ma ha un obiettivo diverso: fungere da prudente trait d’union tra l’Hearthstone del passato e quello che ci attende. Ci prova attraverso delle integrazioni più funzionali che spettacolari, non del tutto convincenti ma in parte bistrattate da un meta che è nemico del divertimento sano perché le performance del Paladino e del Mago soffocano gli archetipi nati o possibili dall’orgia di novità, rivisitazioni e vecchie conoscenze. La speranza è che l’intervento dei dev bilanci la situazione, consentendo alla nuova espansione di aprire come si deve l’Anno del Grifone.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i5 7400@3.00Ghz, 16 GB Ram, GeForce 1050 Ti e SSD
Com’è, Come Gira: Hearthstone non richiede configurazioni da battaglia, è noto. Artwork meno ispirati del solito, ma è anche una questione di percezione personale e gusti.
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