Parasol Stars – Recensione

PC PS5 Switch Xbox Series X

Il terzo, trascurato capitolo dell’originale trilogia di Bubble Bobble, con Parasol Stars, torna sulle piattaforme di nuova generazione, e il meteo prevede una pioggia di divertimento.

Sviluppatore / Publisher: Taito / ININ Games Prezzo: € 9,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo locale PEGI: 3 Disponibile su: Switch, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S

Mi sono sempre chiesto se Kataru Uchimura fosse riuscito a diventare allievo di Fukio Mitsuji durante la sua permanenza in Taito. Di certo è cresciuto idolatrando e riempiendo di monetine da cento yen Bubble Bobble e Rainbow Islands mentre era a scuola, anelando un futuro da game designer; una simile formazione lo spinse a proporre un terzo capitolo delle avventure di Bubby e Bobby ai piani alti quando MTJ lasciò dietro di sé un incolmabile vuoto abbandonando la casa di Space Invaders, il tutto su un sistema casalingo come il PC Engine perché desiderava che la sua creatura avesse un’anima colorata e sgargiante.

Sì, Parasol Stars nasce su una macchina domestica nel 1991, lontano dai game center e senza il bisogno di raggiungere altre piattaforme, almeno lì in Giappone. Tanto che le versioni domestiche che abbiamo visto in occidente sono a opera di Ocean, anche quelle per Game Boy e NES. E sarebbe arrivato anche sul vetusto C64 – un po’ fuori tempo massimo, certo, tuttavia sicuramente gagliardo – se non fosse stato per la ex moglie di Colin Porch che, in uno scatto d’ira, distrusse i dischetti contenenti il codice sorgente, magari assieme al servizio di porcellane buono della nonna. Che roba imprevedibile, la storia dei videogiochi.

IL DIVERTIMENTO DI PARASOL STARS

Parasol Stars è un gioco di piattaforme a schermo (prevalentemente) fisso per uno o due giocatori che riprende il canovaccio del mai troppo amato Bubble Bobble. La chiave di volta è un ombrello magico che permette ai due paffuti giovanotti di stordire i nemici, sollevarli e scagliarli in giro per lo schermo, inanellando carambole di combo in una scoppiettante sinfonia a base di punti da intascare e segreti da scoprire giacché, come la tradizione vuole, raggiungere l’ottavo mondo è solo l’inizio della sfida, e lo scontro finale si aprirà solo a chi sarà in grado di di scoprire i misteri che Parasol Stars ha in serbo negli angoli più nascosti del suo codice.

Parasol Stars nasce su una macchina domestica nel 1991, lontano dai game center

Gli ombrelli hanno anche una funzione secondaria, ossia permettono di raccogliere gocce impregnate col potere degli elementi: raccolte a sufficienza consentiranno di scatenare la magia accumulata sotto forma di torrenti in piena, fulmini inarrestabili o incendi pronti a tostare qualunque nemico osi attraversarli. Indispensabili contro i folli nemici di fine livello, come una grancassa ambulante sovrastata da due minuti tizi che ballano una melodia pericolosamente simile alla celebre Lambada (il musicista Yasuko Yamada ha ammesso che in quegli anni la si sentiva ovunque, come del resto dalle nostre parti) o la parodia – trasformabile, naturalmente! – del Valkyrie di Roy Fokker, direttamente da Macross!

Eccolo, è un credito extra, acciuffate quella moneta!

È un gioco proveniente da un’altra epoca, tuttavia piacevolissimo e ricco di fascino; sicuramente meno elegante sul piano del game design se paragonato a un’icona intramontabile come Bubble Bobble continua ad essere senza sforzo, quasi quarant’anni dopo. Qualche meccanica infatti non convinceva neppure allora, vedi l’introduzione dello scrolling che strappa il copione e costringe il giocatore a prestare attenzione a pericoli che si palesano improvvisamente come proiettili sulle prime difficili da leggere (stordiscono? Fanno perdere una vita?) e nemici extra large impossibili da tramortire. Così come una ricerca dei bonus nascosti piuttosto semplice, generalmente ridotta a scagliare ripetutamente proietti in precisi punti dello schermo per generare oggetti sempre più preziosi fino al premio supremo, ovvero una monetina che regala un credito. Roba che non vedresti mai in sala giochi, tranne nel caso di Mr. Do! Lì però sarebbe un diamante, non facciamo confusione.

GIOCARLO OGGI

Al netto di qualche ingenuità per lo più dovuta allo scomodo paragone con un precursore semplicemente impossibile da eguagliare, Parasol Stars è sempre una coloratissima gioia da giocare e imparare, anche se lo sforzo profuso in questa conversione non fa certamente gridare al miracolo e, anzi, in certi casi risulta quasi deleterio. Mi riferisco alla modalità Arcade, che dovrebbe offrire un’esperienza simile a quella vissuta su PC Engine aggiungendo la bellezza di NOVANTANOVE crediti, una scelta esagerata che spoglia il gioco della sfida e del bisogno di andare a caccia delle fatidiche monetine.

Parasol Stars è sempre una gioia da giocare e imparare, anche se lo sforzo profuso in questa conversione non fa certamente gridare al miracolo

La modalità Standard permette inoltre di selezionare una serie di trucchi utili se non volete impegnarvi più di tanto (tra le altre cose annullano la necessità di andare a caccia dei Miracoli con cui accedere ai mondi supplementari) nello studiare i meccanismi del gioco, banalizzando un po’ il fascino esoterico che Bubble Bobble ed eredi hanno sempre simboleggiato con montagne di imperscrutabili segreti da tramandare con la forza del passaparola e dell’amicizia. Avrei preferito una guida digitale sulla falsariga di The Cowabunga Collection che instillasse la giusta curiosità ne giocatore, lasciando a lui il compito di unire i puntini.

 Quel pinguinone non può essere stordito puntandogli un ombrello contro.

Più interessanti le classifiche da conquistare cercando di raggiungere il punteggio più alto durante una partita priva di facilitazioni e della possibilità di continuare, mentre sul fronte delle innovazioni l’unica – peraltro non richiesta né necessaria – riguarda un sistema di controllo “alternativo” che, banalmente, permette di fare dietro front mentre si dispiega frontalmente l’ombrello al posto di arretrare in posizione di difesa. Chiudono la rosa delle opzione gli immancabili filtri con cui scimmiottare la resa dei vecchi schermi a tubo catodico; roba bene o male già vista altrove, ma è simpatica la scelta tra alcune palette cromatiche particolari che cercano di ricordare l’estetica di Game Boy e NES.

In Breve: Parasol Stars è ancora un gioco di piattaforme divertente e colorato, un cimelio proveniente da un’era più semplice e innocente che è giusto preservare. Il prezzo basso e le classifiche online sono un ottimo incentivo per intraprendere questo viaggio nel passato, al netto di un adattamento un po’ pigro e privo di grinta.

Piattaforma di Gioco: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Se avessi problemi da segnalare per una copia carbone di Parasol Stars su PS5 avremmo un serio problema tra le mani. Fortunatamente tutto gira liscio come l’olio, e vorrei ben vedere! Su Switch, in modalità portatile, può facilmente diventare un’ossessione.

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Pro

  • Sempre divertentissimo / Le classifiche online spronano a dare il meglio / Prezzo interessante

Contro

  • Non raggiunge l'elegante game design di Bubble Bobble, ma del resto chi può farlo? / Adattamento un po' pigro e a tratti ridondante.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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