Starfield – Recensione Shattered Space

PC Xbox Series X

L’epopea spaziale di Starfield prosegue con Shattered Space, il nuovo contenuto aggiuntivo che estende la storia e inserisce una nuova fazione, la casata misteriosa casata Va’ruun. Un contenuto a tinte dark, in cui il bello del genere sci-fi esplode a schermo, trasportando il giocatore in un’avventura alla scoperta del passato nefasto di un popolo solo accennato nell’avventura precedente.

Sviluppatore / Publisher: Bethesda Softworks / Microsoft Game Studios  Prezzo: 39,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Epic) e Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile

Un anno fa, esattamente a ottobre, mettevo fine alla mia avventura su Starfield. Ne avevo scritto uno speciale, dettagliando cosa mi fosse piaciuto dell’esperienza di Bethesda Softworks e cosa, invece, non avevo trovato a fuoco, poiché figlio di un game design vetusto. Ad averne però realizzato la recensione sul nostro bel sito e sulla rivista, che al tempo doveva vedersela con Baldur’s Gate 3 per prendersi la scena, è stato il nostro veterano Paolone, che con il suo Ben, il personaggio da lui creato per avventurarsi in questo immenso universo, ha viaggiato da una parte all’altra dei Sistemi Colonizzati, restandone affascinato e ammaliato dall’infinita dello Spazio.

Dalla pubblicazione di Starfield, comunque, Bethesda ha continuato a supportarlo, inserendo recentemente la possibilità di muoversi con delle vetture in giro per gli immensi crateri sparsi per i vari pianeti. È stata una soluzione che, oltre a far risparmiare del tempo al giocatore, ha riempito per bene i tempi morti, così da far camminare il giocatore. I pianeti, e ci tengo a precisarlo perché Shattered Space si ambienta praticamente in un solo luogo, sono vastissimi. Al tempo, qualcuno li considerò addirittura vuoti, non rimpinguati a dovere di attività e di soluzioni diverse alla trama principale e alle missioni secondarie. Non si è mai parlato, tuttavia, degli eventi casuali che accadono quando si cammina in una cittadina, né quando l’imprevedibilità diventa la reale protagonista dell’avventura.

Un nuovo pianeta, tanti segreti, un Universo da approfondire

Con Starfield: Shattered Space, comunque, l’azione si concentra su Va’Ruun’Kai, il pianeta natale della casata Va’ruun, un luogo raggiungibile dopo aver completato la prima missione di Costellation. Entrando all’interno dell’Oracolo, una stazione orbitante su un pianeta casuale (ero in rotta verso la Terra, quando sono stato preso alla sprovvista dalla sua comparsa), ho capito. Ho compreso che c’era qualcosa di oscuro e brutale all’interno di questo incubo. C’erano cori di voci che rompevano un silenzio di tomba e, nel frattempo, mi confondevano, intente a spaventarmi. Ho realizzato poco dopo che si trattava di fantasmi, creature abbiette celate là dove nessuno immaginerebbe, pronte a fare la loro temibile comparsa, con una richiesta con una richiesta brutale: rimettersi in contatto con il pianeta della casata Va’ruun, ormai disunita e in pericolo.

ALL’OMBRA DEL DESTINO

A vivere questa nuova avventura non è stato Ben, il protagonista del nostro Paolone, ma è stato invece Peter. Vi ho mai raccontato del mio legame con I Guardiani della Galassia? Ebbene, non potevo chiamare diversamente il mio personaggio, quando l’ho creato: si tratta di Peter “Star Lord” Quill. È un ranger del Collettivo Freestar che ha, nel suo storico, la sconfitta della Flotta Cremisi, il salvataggio di mezzo universo e qualche taglia sulla testa per aver fatto degli affari loschi a Neon. Comunque, Peter si ritrova coinvolto, un’altra volta, in qualcosa più grande di lui: l’ennesimo disastro da cui dipende il destino stesso dell’Universo.

Che ambientazione, nevvero?

Nell’avventura originale, si era soltanto sentito parlare lontanamente del Grande Serpente, un’entità di cui si sa molto poco, e di cui non si è mai sentito parlare realmente finché non è arrivato a Dazra, attirato da un messaggio disperato e da richieste complesse. Il viaggio, che è bene non rivelare del tutto per non rovinare l’esperienza, s’ispira in modo celebrativo all’universo di Star Trek e alla trama di Khan, il cui desiderio di potere e conquista è conosciuto a chiunque.

A vivere questa nuova avventura non è stato Ben, il protagonista del nostro Paolone, ma è stato invece Peter

Con Shattered Space, però, la storia dettagliata parla di miti e leggende, ma soprattutto di un culto che va in collisione con la libertà dei Sistemi Colonizzati, forti ancora dalla vittoria contro la marmaglia del Collettivo Freestar – che io, da bravo socialista, prediligo non poco. Starfield: Shattered Space è un’espansione, a differenza dell’esperienza originale dell’epopea di Bethesda Softworks, che si dipana in un singolo luogo. Il giocatore, in risposta a un aiuto, dovrà partire alla ricerca del membro più antico della casata, ora disperso. La decisione presa è stata vincente e non tradisce affatto il design per cui si fonda la stessa epopea spaziale, poiché è lucidissima, figlia del modo con cui lo studio di sviluppo ha sempre trattato i suoi DLC.

L’orizzonte più bello è rosa e violaceo.

Shattered Space si colora di un’ambientazione rurale fantastica, accompagnata dal misticismo che mancava nell’esperienza originale. La storia della Casata Va’ruun è appassionante e ben descritta, con personaggi secondari che, oltre a raccontare in modo preciso la cultura attorno al popolo, si comportano in modo divergente rispetto a coloro che abitano i Sistemi Colonizzati, e non, dando uno spessore enorme alla caratterizzazione e alle tradizioni. Il Grande Serpente, che Peter ha accolto a seguito di un rituale all’interno di una grotta oscura, è il reale protagonista delle vicende. Cosa mi ha sorpreso è la possibilità di scelte all’interno dell’espansione, che è pure rigiocabile se si opta di seguire delle opzioni diverse da quelle precedentemente prese; il che rende, dunque, Starfield: Shattered Space ben più grosso di quanto appaia, specie quando si tratta di seguire le missioni secondarie e si esplora la superficie di Va’ruun’kai.

STARFIELD: SHATTERED SPACE, DIVISI MA UNITI

Sul versante del gameplay, ma era logico aspettarselo, non è cambiate alcunché. In tal senso, Starfield: Shattered Space si concentra maggiormente sull’espandere la storia e raccontare il passato, il presente e il futuro della casata Va’ruun. Ammetto che mi sarebbe piaciuto vedere un maggiore impegno sul versante ludico, con qualche aggiunta relativa ai poteri o, che so, a qualche meccanica che migliora già il tipicissimo game design ideato da Bethesda. Non occorre, dunque, dettagliare più di tanto la struttura di gioco, poiché lo ha già fatto Paolone con la sua recensione. A maggiore ragione, forse, Bethesda Softworks ha preferito focalizzarsi unicamente su quello che rende più sicuro il suo gameplay.

Fantasmi, appunto…

Non mancano le classiche sparatorie, come gli ottimi enigmi e le ricerche per arrivare a una conclusione. È un’espansione, dunque, che si concentra sul lore del videogioco, con l’intenzione di espandere una cultura, obiettivo ovviamente assolutamente raggiunto. Eppure, davvero, mi ha ricordato quanto sarebbe stato utile un approccio à la Dawnguard, à la Shivering Isles o, perché no, similare ad altri contenuti aggiuntivi di Bethesda. Ammetto di avere un po’ l’amaro in bocca, per quanto comunque la storia e il contesto mi siano piaciuti parecchio. E avrei tanto voluto, oltre alle armi nuovi (alcune di esse realmente devastanti), qualcosa che migliorasse già un sistema di gioco rodato. Ora, non dico che le dinamiche da gioco di ruolo dovessero cambiare affatto, ma che, forse, potevano avere delle aggiunte migliori.

Si esploreranno luoghi misteriosi e brutali.

Se comparato ludicamente al recente Vessel of Hatred, Starfield: Shattered Space perde senza neanche partecipare. Eppure, proprio come l’esperienza originale, anche il DLC ha una doppia faccia, quella in cui si vede la qualità espressa dalla storia, soprattutto per quanto concerne le scelte da prendere lungo il percorso, che si può concludere in circa sette ore, anche se io ho impiegato quindici ore per arrivare alla conclusione della quest perché mi sono perso a esplorare l’intero pianeta natale della Casata Va’ruun. Ecco, al riguardo Bethesda Softworks ha svolto un lavoro sopraffino, proponendo una mole di dungeon assolutamente generosi e tanti punti d’interesse da raggiungere. Ogni luogo, anche il più celato, ha come sempre una sua storia da raccontare, rendendo il viaggio piacevolissimo e vivido, arricchito da una generosa quantità di missioni secondarie, che esplorano nel dettaglio l’intera esperienza di gioco.

DI ATMOSFERE E MERAVIGLIE

È illogico, a mio modo di vedere, aspettarsi qualcosa di diverso da Shattered Space. È un’espansione, non un nuovo capitolo, né un’operazione simile a quella portata da CD Projekt RED con Cyberpunk 2077. Questo nuove filone si concentra sulla storia, su dare risposte e porre ulteriori domande, e dà modo al giocatore di conoscere più da vicino una società governata secondo la legge del Grande Serpente. Qualcuno la considera una setta; invece è proprio una comunità religiosa che vede nei Sistemi Colonizzati il nemico assoluto, poiché non li renderà mai effettivamente liberi, ma solo schiavi dei vincitori.

Qualcuno da portare sempre con sé…

È una regola che vale per chiunque, infatti, abbia affrontato l’UC. Quando mi sono unito inizialmente all’Avanguardia, anche per capire quanto fosse profonda la quest riservata alla potenza più influente dell’universo di Starfield, mi è sembrato che niente potesse essere eguagliabile. Alla fine dell’avventura con Shattered Space, insomma, qualcuno potrebbe essere costretto a compiere una scelta brutale, ma è bene non parlarne.

Un DLC comunque affascinante e ricco di cose da fare

Io, lo ammetto, sono ancora perso nei luoghi ameni del pianeta. C’è un’eterna aurora boreale che nel cielo enfatizza il calore di ogni stella nel Cosmo, mentre a Dzara, invece, il mondo è sul filo del rasoio. L’intera casata è agli sgoccioli, con i suoi popolani confusi e perduti. Mai avrei immaginato che avrei un potere decisionale del genere, in un videogioco Bethesda. Eppure, è accaduto. E mi è piaciuto.

In Breve: Shattered Space è un DLC che espande il lore del mondo di Starfield, dettagliando un racconto piacevole e ben coinciso, che rende chiara la trama truculenta e brutale della Casata Va’ruun, che merita assolutamente considerazione, da ora in avanti. Dal punto di vista ludico, ecco, mi sarei aspettato qualcosina in più, con qualche aggiunta com’è capitato in passato con altre opere di Bethesda. Il risultato finale è comunque buonissimo.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Giocato a ultra sulla mia configurazione, tutto quanto appare in modo ottimo. Mi rifaccio comunque anche alle parole di Paolone.

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Pro

  • Un affascinantissimo DLC che espande il lore del titolo principale / L'ambientazione è fantastica / Personaggi scritti divinamente / La cultura Va'ruun è tutta da scoprire / Tematiche incisive, una bella storia sci-fi

Contro

  • Potevano essere aggiunte nuove feature nel gameplay / Peccato che si ambienti solo in un unico luogo
8.3

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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