Monster Hunter Rise – Recensione

PC Switch

La più eclatante introduzione è la possibilità di imbrigliare i mostri e cavalcarli in battaglia, e magari dirigerli verso un altro mostro!

Naturalmente la più eclatante introduzione nell’arsenale dei cacciatori è la pubblicizzatissima possibilità di imbrigliare i mostri con la tela degli insetti filo e cavalcarli in battaglia. È necessario stremare il nemico rispettando particolari condizioni, ma una volta in sella le opzioni sono sfiziose; solitamente la strategia più diretta è indirizzare l’involontaria cavalcatura verso il muro più vicino per causargli pesanti emicranie, ma il vero divertimento scatta quando nei pressi si aggira un altro mostro.

monster hunter rise recensione

Un po’ scimmia e un po’ pipistrello, il Bishaten è uno dei nuovi mostri. Complessivamente le new entry convincono appieno.

Con poche e intuitive tecniche comprendenti un vero e proprio attacco finale è facile causare danni a entrambi i contendenti, spargendo nel contempo al suolo una grossa quantità di frammenti di mostro da raccogliere per portare a casa un bottino principesco; qualora le bestiacce non volessero proprio saperne di incontrarsi è possibile giocare d’astuzia, sfruttando i ferormoni di un particolare animale per farsi rincorrere dalla più vicina aberrazione e combinare un appuntamento fuori programma! La fauna endemica gioca del resto un ruolo importante con l’introduzione dei floretti, braccialetti floreali che attirano particolari creature che garantiranno potenziamenti permanenti fino al termine della missione, un ottimo modo per ottenere una marcia in più in tempo reale, esplorando gli angoli più nascosti della mappa in vista di incontri particolarmente violenti.

TIRANDO LE SOMME

Tecnicamente Monster Hunter Rise compie un egregio lavoro nel trasporre la bellezza di World sullo schermo di Switch, con mappe meno arzigogolate ma non per questo meno efficaci; il colpo d’occhio per quel che riguarda i paesaggi è generalmente un filo inferiore rispetto al capitolo precedente, scritto però su macchine ben più muscolari dell’umile Switch, mentre la fluidità si assesta sui 30 fps stabili in entrambe le modalità, garantendo una fruizione estremamente piacevole in qualunque situazione. Particolare menzione per il sonoro, con nuove tracce audio veramente di grande effetto e la possibilità di scegliere la lingua del gioco tra giapponese, inglese e l’idioma di Monster Hunter. Una scelta che sottolinea ancora la volta la volontà di compiere un passo avanti, tuttavia potete tirare un sospiro di sollievo sapendo che un capolavoro assoluto come il tema dello Zinogre è ancora al suo posto. Lì, inamovibile sul trono, perché non potrei mai pensare di dare la caccia a un gigantesco lupo elettrico senza ascoltare una traccia simile!

In Breve: Monster Hunter Rise segna l’inizio di una nuova era per le avventure tascabili della serie, finalmente libere dagli antiquati stilemi che il precedente capitolo Generations Ultimate portava con sé oltre tempo massimo. Tra interessanti meccaniche e il comprovato supporto da parte di Capcom, questa nuova generazione di Monster Hunter non poteva iniziare meglio!

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: 30 fps fissi in ogni occasione garantiscono una fluidità apprezzabile. Certo, 60 sarebbero stati meglio, ma vi garantisco che giocare tutto questo ben di dio in modalità portatile ha del miracoloso.

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Pro

  • Rende tascabili con successo i punti di forza della precedente generazione / Tutto quello che ruota attorno agli insetti filo funziona alla grande / Online solido.

Contro

  • Inizialmente può sembrare fin troppo semplice / Sistema di combattimento sempre un po' legnosetto per i neofiti / Il cuore del gioco è l'online: da soli avrete molte difficoltà a scalare i ranghi, e sarete tagliati fuori dai frequenti aggiornamenti.
9.2

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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